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L'orto in cucina - Almanacco 1886

300620
Dottor Antonio 28 occorrenze
  • 1886
  • Casa Editrice Guigoni
  • Milano
  • cucina
  • UNIFI
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L'orto in cucina - Almanacco 1886

A TE RARA FANCIULLA DA SAGGIA MADRE EDUCATA CHE NÈ IL LARGO CENSO NÈ I NATALI ILLUSTRI FANNO SCHIVA RENDERE DI TUE MANI GENTILI PIÙ GUSTOSI E GRADITI

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L'orto in cucina - Almanacco 1886

togliere il puzzore alle carni, principalmente di pecora e castrato. Varietà: - la patientia, detta anche acetosa spinacio - (nel linguaggio dei

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cucina, confetteria o liquoreria. Facilitano la digestione e combattono il dio Eolo. Ànno le stesse proprietà del finocchio. Anice stellato. — (Illicum

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dell'Asia Minore, il popolo li adorava. I Fenici se ne ungevano il corpo col loro sugo onde non essere punti dalle api. Pare che anche il cuoco di

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Il cavolo si mangia in cento maniere - nelle minestre - nelle zuppe - in insalata - si mette negli intingoli - serve ad accompagnare i salsicciotti

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Cece. — (Cicer Arientinum, C. Sativum). Mil. Scisger. - Fr. Pois-chiche. - Ted. Erbse - Inglese Chick-pease. Il suo nome che viene dal greco

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Galeno ne parla come di cibo rusticano. I Mauritani ne andavano ghiottissimi. Dioscoride assicura, che il cece dà bel colore alla faccia. Gli antichi

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. Tale il precetto salernitano, sentito il parere di Dioscoride, Galeno e Tralliano. Ma s'avvertano i divoratori di cipolle che mangiandone in quantità

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, onde colle radici torrefatte, fabbricarne quella porcheria che si chiama caffè di cicoria, che à invaso tutto il mondo. Chevallier dice, che la sola

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vulgaris). Mil. Fasoeu. - Fr. Haricot. - Ted. Bohme. - Ing. Kidney-bean. Phaseolus dal greco Phaselos, navicella alla cui forma s'avvicina il fagiolo

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Conservazione dei cornetti. — Si leva loro il filo, si scottano nell'aqua bollente con poco sale, poi si levano e si mettono in quella fredda e si

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I vecchi napoletani lasciavano ogni cosa pel finocchio, onde quel verbo infinocchiare. I Latini cominciavano il pranzo coll'ovo (da ciò il proverbio

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Da Adamo in poi fu conosciuto da tutto il genere umano. Era dagli antichi consacrato a Cerere, da qui la parola cereale. I più grandi mercati del

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. Pianticella annuale originaria della Mesopotamia che dà il noto legume coltivato molto in Francia e nel Vallese. Vuol terreno sciolto, asciutto, non

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Lino. — (Linum). Mil. Lin. - Fr. Lin. - Ted. Lein, Flachs. - Ingl. Flax. Il lino è una pianticella annua indigena venuta a noi dall'Egitto. Ve ne

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Luppolo. — (Humulus lupulus). Mil. Lovertìs. - Fr. Houblon. - Ted. Hopfen. - Ingl. Hop. Il luppolo è una pianticella indigena arrampicante, le cui

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Dà farina per toilette. Tanto il luppolo come il lupino possono somministrare materia alla fabbricazione della carta. Maggiorana. — (Origanum

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Indie. Se ne contano 3 varietà, secondo il colore del seme, bianco gialliccio e nero. Da noi si coltiva solamente il gialliccio e vuol terreno sciolto

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Nasturzio. — (Lepidium sativum). Mil. Nasturzi. - Fr. Cresson. - Ted. Cresse. - Ingl. Cress. Il Nasturzio, o Lepidio, è pianticella annuale indigena

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Si crede originario della Palestina e della Siria - si afferma però che fu trovato indigeno in Sicilia. Il suo nome da horreo, per le reste ruvide al

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le pastinacche troppo vecchie cagionino il delirio e la follia, onde le chiamano allora Pastinacche matte. Questa gustosissima radice è appunto quella

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Prezzemolo. — (Apium petroselinum), Mil. Erborinna. - Fr. Persil. - Ted. Petersilie. - Inglese Pars-ley. Il suo nome dal greco Selidon, o, secondo

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. I frati molto intelligenti di gastronomia e di salse, posero il cren sotto la protezione celeste e la chiamarono Salsa di S. Bernardo. In Francia se

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) deinde vomere, lib. 3 cap. 16. Si voleva che guarisse dai calcoli urinarj. Oggi raschiato ed applicato come cataplasma attorno al collo, il popolo lo

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In Francia, Belgio ed Inghilterra si coltiva la specie gialla, per foraggio e vi vengono grossissime. Il suo nome di rapa, viene da rapere, verbo

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Indie Orientali, che dà il grano da tutti conosciuto. Il suo nome, riso dal greco Oryza, derivato anch'esso dall'arabo Eruz. Dopo il frumento è

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I fiori cedono il posto ai frutti a forma di bache verdi in principio, nere quando sono mature, grosse quanto i frutti del ginepro ed in gran numero

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ricercano per rendere più grato il sapore delle fave, delle lenti, dei piselli secchi, e degli altri legumi, ai quali si unisce assai bene, come in

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